Storia

La nascita del Museo di Zoologia è indissolubilmente legata al lavoro del Prof. Andrea Aradas, primo cattedratico di Zoologia,  che nel 1852 divenne, prima professore provvisorio e, in seguito, per diretta nomina di Ferdinando di Borbone, docente a pieno titolo di “Zoologia e Anatomia comparata”,  della Regia Università di Catania, ruolo che ricoprì fino al momento della sua morte.

Le collezioni malacologiche messe insieme da Aradas prima e durante la copertura del suo ruolo universitario divennero la base del suo successivo progetto che fu quello di dar vita ad un “Museo di Zoologia” della Regia Università di Catania, che si realizzò nel 1853. Nato come Gabinetto della Cattedra di Zoologia ospitato nel Palazzo centrale dell’Università di Catania, in Piazza Università, il nucleo iniziale di questo Gabinetto era costituito da collezioni dei Soci dell’Accademia Gioenia di Scienze Naturali, donate all’istituendo Museo.

Così, grazie alla volontà di Andrea Aradas e alle prime donazioni di materiale zoologico, nasce quello che è il più antico museo zoologico siciliano.

Sul finire del 1800, a causa del numero degli iscritti ai corsi universitari e per la conseguente carenza di aule, i locali del Palazzo dell’Università cominciarono a mostrarsi insufficienti per il regolare svolgimento degli insegnamenti. Così nel 1907 fu acquisita un’area di 8000 metri quadrati, in via Lago di Nicito, area che doveva ospitare i padiglioni destinati agli Istituti delle Chimiche, di Zoologia, di Fisiologia, di Materie Mediche e di Patologia Generale, nel 1922 furono completati anche i lavori dell’Istituto di Anatomia Comparata e Zoologia con l’annesso Museo.

Dopo essere stato ospitato per circa 70 anni dentro il palazzo Universitario, nel 1923 la struttura museale venne trasferita nell’edificio stile liberty della nuova Cittadella situata in via Androne 81, dove si trova ancora oggi.

La superficie utile complessiva dell’immobile destinato a esposizione museale è di 230 mq a piano terra e di 80 mq al primo piano. Lungo i muri perimetrali del piano superiore si trovano le originali vetrine espositive. Al pian terreno, invece, proprio di recente sono state rimosse le vetrine ricavate nella metà degli anni ’80 per l’esposizione della fauna vertebrata di maggiori dimensioni, in linea con il nuovo progetto espositivo che darà nuova vita al museo e alle sue esposizioni.

Negli anni 80 del secolo scorso grazie ad un finanziamento del Progetto Catania-Lecce fu realizzata  annessa al museo anche una “Casa delle Farfalle”. Si tratta di una struttura in acciaio e vetro che ricorda un grande cristallo conficcato nel terreno. Costruita dall’architetto Manfredi Nicoletti, le pareti laterali sono divergenti dal basso verso l’alto, in maniera da catturare quanto più è possibile l’energia solare nella stagione fredda e da respingerla, per riflessione, nella stagione calda. Le sfaccettature laterali del cristallo, cioè le pareti dell’ambiente, sono ben ventidue e determinano una superficie laterale frastagliata allo scopo di mantenere costante il guadagno termico durante l’arco della giornata. Alcune serrande motorizzate poste in posizioni contrapposte, provvedevano a creare un ricambio d’aria per convezione naturale. Oggi la struttura è chiusa e in attesa di una necessaria riorganizzazione.

Sempre intorno allo stesso periodo di tempo grazie alla volonta del Prof. Marcello La Greca, furono acquistati grazie ad un finanziamento della ex Provincia Regionale di Catania, diversi esemplari di mammiferi europei ed extraeuropei. Fra questi devono essere ricordati, per lo stupore che suscitano nei visitatori del museo, un grande orso polare, un enorme alce canadese, una splendida tigre e varie altre specie di grandi dimensioni, molte delle quali a rischio estinzione. 

Il museo, fino al 2016, è stato anche utilizzato come auditorium con circa ottanta posti a sedere e due maxi schermi. Vi si svolgevano, oltre a lezioni universitarie e sessioni di laurea, anche seminari, congressi, e conferenze.

Nel 2017, per la terza volta nel corso della vita della struttura museale, a causa di forti infiltrazioni di acqua dal terrazzo, il primo piano e i ballatoi sono stati chiusi al pubblico e l’edificio è stato avviato ad un restauro dei tetti e di altri importanti elementi strutturali. Per tali necessita la struttura museale dall’ottobre 2018 è stata chiusa per permettere la ristrutturazione edilizia e eseguire gli improrogabili lavori derivanti dalla vetustà della struttura e dell’impianto di condizionamento e da infiltrazioni d’acqua proveniente dalla terrazza. Conclusa la parte edile dei lavori di ristrutturazione nell’estate del 2019 la struttura è stata riconsegnata all’Ateneo ed è iniziato un lavoro di riallestimento delle esposizioni museali, seguendo un nuovo progetto  espositivo che ha previsto l'eliminazione di tutte le vetrine espositive e la sistemazione degli esemplari su pedane aperte. L'allestimento proseguirà nei prossimi anni con le esposizioni previste al primo piano del salone principale, ma gia dal 9 Luglio 2021, la struttura con il suo nuovo allestimento, il terzo dalla sua creazione, è stata inaugurata e resa fruibile al pubblico.