Il restauro del Celacanto

Il CELACANTO

(Latimeria chalumnae Smith, 1939)

- Restauro del modello -

Coelacanths — Marine Protected Areas South Africa

Un nostro studente, Simone Lo Savio, iscritto al secondo anno del corso di laurea in Scienze Ambientali e Naturali dell'Università degli studi di Catania, attualmente tirocinante al museo, ha realizzato, grazie alle sue non comuni capacità, il progetto di restauro del modello di celacanto che era rimasto ad impolverarsi nel magazzino del museo da qualche decennio. Di seguito il suo racconto in cui descrive le varie fasi del processo di restauro ed invita gli utenti del museo a venire a vedere, nella sezione del primo piano dedicata ai pesci, il nuovo modello restaurato.

Un pesce molto speciale...

Il celacanto delle Comore (Latimeria chalumnae Smith, 1939) è un pesce osseo sarcopterigio, cioè dotato di pinne carnose, tipicamente di colore bluastro macchiettato. Può raggiungere gli 80 kg di peso e una lunghezza di 2 m e vive    prevalentemente in anfratti a circa 200 m di profondità. Da quando i suoi cugini emersero dalle acque, dando origine agli Anfibi (circa 400 milioni di anni fa) lui è rimasto quasi immutato, motivo per cui viene spesso definito un “fossile vivente”. Infatti, quando la specie fu scoperta, nel 1939, essa venne immediatamente identificata grazie alla somiglianza con altri celacanti allo stato fossile risalenti a centinaia di milioni di anni fa. Nel 1999 è stata ritrovata un’altra specie ancora vivente: il celacanto indonesiano (L. menadoensis).

Il nostro modello

L’1 agosto del 2022, curiosando in uno scatolo nel deposito del Museo, mi sono ritrovato tra le mani un modello di celacanto molto speciale. I piedistalli in ottone e il fatto che la base e il modello stesso fossero realizzati in legno intagliato indicavano chiaramente che si trattasse di un oggetto ben più vecchio di quanto si potesse pensare e, molto probabilmente, di un pezzo assolutamente unico. L’etichetta è ormai perduta, quindi non siamo in grado di risalire alla data esatta della sua fabbricazione, ma le sue caratteristiche ci consentono di determinare almeno un periodo. Abbiamo, innanzitutto, un limite temporale anteriore: il 1939, anno in cui la specie è stata riscoperta. È molto improbabile, inoltre, che il modello sia stato realizzato durante la Guerra o nel periodo immediatamente successivo. Il limite posteriore è, invece, rappresentato dai tardi anni Sessanta- primi anni Settanta, epoca durante la quale questo tipo di oggetti veniva già fabbricato in materiali sintetici (plastica e resina) e con piedistalli in acciaio, come dimostrano altri modelli presenti nel Museo, di certo risalenti a quei decenni. Dunque, quando è stato realizzato il nostro celacanto?

Con buona probabilità, parliamo degli anni Cinquanta (forse primi anni Sessanta), ma non sapremo mai chi è l’artista che lo ha scolpito. L’epoca a cui risale, unitamente alla difficoltà di intaglio del legno, spiegherebbe, inoltre, la scarsa accuratezza del modello in certe sue parti. Infatti, possiamo ragionevolmente supporre che sia stato realizzato basandosi esclusivamente su disegni (magari anche poco fedeli), dato che, presumibilmente, il materiale fotografico e i reperti museali erano, all’epoca, estremamente limitati. Le inaccuratezze includevano: la tipica macchiettatura appena accennata, il muso molto semplificato (non presentava la caratteristica struttura a placche), le pinne dal margine uniforme e non frastagliato e le proporzioni generali, che richiedevano qualche modifica. Per di più, dopo circa settant’anni trascorsi in uno scatolo polveroso, il modello era piuttosto rovinato: la vernice era scrostata in alcuni punti e totalmente ricoperta da uno strato di sporco, i piedistalli in ottone erano ormai del tutto anneriti e il legno della base opaco e scolorito. In poche parole, perché il Museo potesse esporre e valorizzare un pezzo tanto speciale, urgeva un restauro!

FASI DEL RESTAURO

Come ultimo dettaglio, ho aggiunto un’etichetta in ottone (perché si intonasse con lo stile originale) e ho usato vernice nera acrilica per scrivervi il nome comune dell’animale e il binomio latino che identifica la specie.

Siamo orgogliosi di annunciare che, dopo decenni di abbandono, oggi (26 settembre 2022) il nostro modello, completamente rinnovato e più accurato che mai, è pronto per essere esposto al Museo (i visitatori lo potranno ammirare al primo piano, nella vetrina dedicata ai pesci).

Venite a trovarlo!

Simone Lo Savio